lunedì 5 gennaio 2015

Sviluppare pienamente se stessi

Parto da una frase di Rollo May che nel suo libro “L'arte del counseling”, parlando di una persona con cui aveva lavorato, scrive: “La sua personalità era piena di piccole inibizioni e certo non era abbastanza libero da sviluppare pienamente le capacità creative di cui era dotato.”
Ogni uomo ha delle capacità creative che possono essere sviluppate pienamente: come una ghianda naturalmente può diventare una quercia, cioè rendere attuali tutte le sue potenzialità, così ogni uomo può portare a piena manifestazione le potenzialità che ha in sé.
Il punto è se siamo abbastanza liberi da permettere a queste possibilità di svilupparsi, o detto in altri termini, se ci sono degli ostacoli che impediscono che le nostre capacità si sviluppino. La domanda chiave che possiamo porci è proprio questa: cosa mi impedisce di sviluppare pienamente le mie potenzialità?
Detto per inciso, la risposta a questa domanda sarà tanto più interessante e produttiva quanto più sapremo guardare dentro di noi piuttosto che fuori di noi, e quindi trovare delle risposte che non riguardano tanto fatti, condizioni esterne, l'operato di altre persone, ma fattori interni, ovvero convinzioni, abitudini, modi di pensare, conflitti emotivi di vario tipo.
In assenza di ostacoli il processo naturale ci guiderebbe a sviluppare pienamente tutte le nostre potenzialità e quindi condurrebbe una persona che è portata per la musica a fare il musicista, un tipo pratico dotato di manualità a fare l'artigiano, chi è portato a dirigere o coordinare altre persone a diventare un leader, una persona che tiene molto al valore della giustizia a impegnarsi in organizzazioni per la difesa dei diritti umani, e così via. Stiamo parlando della possibilità di diventare ciò che siamo. E dato che ciascuno di noi è un essere unico e irripetibile, ciascuno di noi può dare un contributo specifico al mondo.
Possiamo pensare che se una persona non si sviluppa pienamente, lascia un buco nella storia dell'essere perché nessun altro potrà portare la sua specifica qualità al posto suo. Quindi sviluppare pienamente le proprie potenzialità e vivere una vita felice e realizzata è un dovere etico perché facendolo doniamo al mondo quella nostra individualità irripetibile che ci contraddistingue e diamo al mondo un contributo che solo noi possiamo portare.
Più avanti Rollo May dice che le personalità liberate dagli ostacoli e dalle tensioni interne si sviluppano naturalmente in progressione geometrica. C'è una tendenza naturale nell'uomo all'autorealizzazione, come sostiene Abraham Maslow, un altro grande padre fondatore della psicologia umanistica. In Motivazione e personalità” Maslow afferma: “What a man can be, he must be”, “Ciò che un uomo può essere, deve esserlo”. Dove questo “deve” non è una doverizzazione, non è l'adeguarsi forzosamente a una spinta esterna o a una spinta di una nostra parte superegoica a scapito delle altri parti e della persona nel suo complesso, ma è il dovere di obbedire a una spinta interna che va nella direzione dell'autorealizzazione, è un dovere nel senso che solo se lo adempiamo raggiungiamo la piena salute e il pieno sviluppo delle nostre potenzialità. La tendenza all'autorealizzazione, ad attualizzare ciò che è potenziale, se è lasciata libera, cioè se non ci sono ostacoli emotivi, condizionamenti, forze interne che ci remano contro, conflitti di vario tipo, tende a portarci a diventare quello che siamo, a diventare tutto ciò che siamo capaci di diventare, e la nostra vita è un continuo procedere in questa direzione che è la direzione del nostro Sé.

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