Noi crediamo di essere liberi, siamo
portati a pensare che le nostre azioni siano atti liberi, ma a ben
vedere la nostra è più che altro una sensazione di libertà, che
deriva dal fatto che ignoriamo tutto l'insieme di cause da cui siamo
mossi.
Immaginiamo una palla da biliardo che potesse avere una
qualche forma di coscienza di sé ma non potesse percepire la
presenza delle altre palle che la urtano. Questa palla potrebbe
pensare di essere libera, di poter decidere in che direzione
muoversi; ma noi da un punto di vista più ampio e conoscendo le
leggi del moto vedremmo chiaramente che i suoi movimenti sono
determinati necessariamente dalla traiettoria e dalla velocità delle
altre palle che la colpiscono. La palla da biliardo può pensare di
essere libera solo se ignora le forze da cui in realtà è mossa.
Le
nostre azioni il più delle volte sono determinate da un insieme di
cause: ci limitiamo a reagire
meccanicamente a certi stimoli. Ad esempio, una persona ci dice
qualcosa che percepiamo come una critica e noi reagiamo con rabbia,
un'altra persona ci dice un'altra cosa e noi ci rattristiamo, vediamo
un certo comportamento in qualcuno e scatta un'altra reazione, e così
via. Si tratta di risposte automatiche che riproponiamo
sostanzialmente uguali a se stesse o con piccole varianti. Una
risposta automatica è una risposta necessaria, non possiamo fare
altrimenti, sappiamo reagire solo in quel modo, nel modo che ci viene
spontaneo, nel modo che abbiamo imparato con la nostra educazione,
spesso modellando i nostri genitori o altre figure di riferimento,
nel modo che abbiamo più a lungo frequentato e a cui siamo portati
da una serie di forze interne per lo più inconsce. In questo
processo che segue lo schema stimolo-risposta non c'è spazio per
la libertà. Siamo alla mercé degli eventi e delle altre persone.
Così, mentre manteniamo la sensazione di essere liberi, il nostro
comportamento è per lo più meccanico.
Come fare per liberarsi da
questi automatismi? C'è un solo modo, una sola strada: quella di
iniziare a prenderne consapevolezza, cioè a renderci conto di quanto
reagiamo piuttosto che agire, e di quali sono le nostre parti interne
e le energie coinvolte in queste reazioni. Renderci conto che siamo
meccanici significa anche smettere di ritenere che le nostre reazioni
siano tutte deliberate o giuste o naturali, significa smettere di
giustificarci, imparare ad osservarci dal di fuori e restare aperti
ai feedback che ci vengono dagli altri.
Ci sono vari stadi di uscita
dagli automatismi. Al livello zero non c'è alcuna consapevolezza:
reagisco in modo automatico e non me ne accorgo. A questo livello se
qualcuno tenta di farmi notare qualcosa del mio comportamento mi
giustifico, oppure critico e attacco.
Un primo livello di
consapevolezza è quando riusciamo a posteriori a renderci conto di
essere caduti in un automatismo: reagisco nel mio solito modo, non me
ne accorgo, vado avanti, dopo un po', quando è passata la tempesta
emotiva, guardando indietro quello che è successo mi dico:
“accidenti, ho reagito nel mio solito modo automatico, ci sono
ricaduto di nuovo”.
Un secondo livello è quello in cui mentre agiamo c'è una
piccola voce dentro di noi che ci fa notare che stiamo agendo in modo
automatico, ma anche se lo riconosciamo, non riusciamo a fare niente
per cambiare e continuiamo a reagire emotivamente nel nostro solito
modo disfunzionale. L'energia dell'abitudine, il solco scavato dal
nostro comportamento automatico è ancora troppo forte: abbiamo la
consapevolezza più o meno vaga che stiamo ricadendo lì, ma non
riusciamo a fare diversamente.
Al terzo livello di consapevolezza ci
rendiamo conto che siamo caduti nell'automatismo e a un certo punto
riusciamo a uscirne volontariamente: riusciamo a fare qualcosa di nuovo, qualcosa che non avevamo mai
sperimentato, un atto libero, riusciamo a mettere in campo una
risorsa nuova che non avevamo ancora mai attivato in quella
situazione e questo ci permette di uscire dallo schema in cui eravamo prigionieri, di
liberarci dalla visione e dall'emozione negativa in cui eravamo
caduti e risolvere la situazione in un modo nuovo e più funzionale.
Ai livelli successivi, contrassegnati da sempre maggior libertà,
inizialmente si riduce il tempo che si passa nella fase di reazione
automatica fino al punto in cui ci accorgiamo che staremmo per cadere
in un automatismo ma ne usciamo ancor prima di entrarci e prima di
entrare nel corrispondente stato emotivo. Ci accorgiamo che c'è una
tendenza a una risposta automatica, la osserviamo e la lasciamo
andare: a quel punto l'automatismo è disattivato e possiamo dire di
iniziare ad avere libertà di scelta nella nostra vita.
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